Storie di italiani che tornano a casa – Carolina Magro

Partire, sperimentare, arricchirsi. E, dopo tanti anni, sentire il desiderio fortissimo di applicare le competenze e la visione internazionale acquisite in UK nel suo paese d’origine.

La storia di Carolina Magro parla di studio e di impegno, di voglia di fare give back e della ricerca di un migliore work-life balance.

🎙️Episodio #34 di ‘Storie di italiani che tornano a casa

L’avventura all’estero di Carolina Magro inizia nel 2011, quando la sete di esplorazione e il desiderio di confrontarsi con una realtà decisamente più ampia e dinamica della sua, allora percepita come più piccola e provinciale, la spingono a trasferirsi a Londra.

Vive così per quasi 12 anni nella capitale britannica. Un periodo intensissimo e formativo, durante il quale consegue il Master in Design for Visual Communication presso la London College of Communication (LCC), una rinomata facoltà all’interno della prestigiosa University of the Arts London, segna il suo ingresso e la sua crescita nel mondo del design e della grafica.

A Londra ha l’opportunità di misurarsi con professionisti di altissimo livello e di lavorare per una vasta gamma di studi di brand design, seguendo clienti di grande rilievo e notorietà internazionale e acquisendo in tempi rapidissimi un set di competenze strategiche e creative nel campo del branding e della comunicazione visiva.

Dopo tanti anni, Carolina inizia a sentire il desiderio di voler contribuire attivamente al panorama creativo italiano grazie al bagaglio di esperienze e metodologie maturate in un contesto globale. Insieme all’esigenza di tornare a vivere vicino alla famiglia e in un contesto che possa offrire una migliore qualità della vita.

Nel 2023, gli astri si allineano e torna in Italia. ✨

Oggi vive a Milano dove ricopre il ruolo di Design Director in Landor, continuando a mettere a frutto la passione per il design e l’expertise nel branding maturate in UK.

Abbiamo chiesto a Carolina com’è stato il suo rientro.

❤️⁠ ⁠Ci dici una cosa che ti ha sorpreso in positivo?

Rispetto a 15 anni fa, in Italia c’è un’aria nuova, una mentalità più proattiva che si sta diffondendo, e questo è particolarmente visibile negli ambiti del design e dell’arte, che sono per me centrali. È stato incoraggiante vedere questo desiderio di progredire e sperimentare, e mi fa ben sperare per il futuro.

🌎 ⁠⁠C’è qualcosa che ti manca dell’estero?

In ambito lavorativo: la promozione della gentilezza e del rispetto a tutti i livelli gerarchici (dallo stagista alla dirigenza), riconosciuta come un valore fondamentale. Più in generale, la mentalità aperta e accogliente, dove anche le generazioni più anziane dimostrano una notevole disponibilità al confronto e all’innovazione.

💡 Un consiglio che daresti a chi sta valutando se tornare?

Non abbiate paura di tornare, se questo è ciò che volete. Diventate voi stessi il motore del cambiamento che auspicate per il nostro paese.

🆘 Hai incontrato una difficoltà inaspettata nel rientro? Come l’hai affrontata?

Sì, ho incontrato alcune difficoltà inaspettate al rientro. La principale è stata legata alla sfera sociale: non essendo tornata nel mio paese natale, ho trovato più complesso stringere nuove relazioni di amicizia. Parallelamente, ho dovuto affrontare la sfida di comprendere a fondo le dinamiche del mercato del lavoro locale e di costruire un nuovo network professionale. Infine, anche il mercato immobiliare ha rappresentato una difficoltà non trascurabile, con la ricerca di una sistemazione adeguata che ha richiesto un notevole impegno.

🤝 Che tipo di supporto avresti voluto trovare al tuo rientro?

Avrei desiderato trovare un supporto più strutturato, in grado di alleggerire il carico di alcune incombenze pratiche. In particolare, una figura di riferimento che mi guidasse attraverso il labirinto della burocrazia legata al trasferimento in un nuovo contesto, occupandosi magari della compilazione di moduli e documenti. Allo stesso modo, un aiuto concreto nella sistemazione fisica, come la ricerca di una casa o di un alloggio temporaneo, avrebbe rappresentato un enorme sollievo e mi avrebbe permesso di concentrarmi più rapidamente su altri aspetti del rientro.

Grazie Carolina per esserti raccontata a Pietro!

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