Cosa succede quando devi lasciare un Paese e un lavoro che ami per inseguire un progetto più grande di te?
La storia di rientro di Donatella risponde a questa domanda con freschezza e semplicità, facendo sembrare semplice anche fare dribbling fra gli ostacoli della vita. È una storia di una professionista che modella il lavoro sui propri valori e mai viceversa, e che sa che ogni fase della vita ha le sue bellezze.
La chiave di volta? Avere chiare le proprie priorità e guardare sempre avanti.
🎙️Episodio #41 di ‘Storie di italiani che tornano a casa
Napoletana doc, Donatella Barone si trasferisce a Roma a 19 anni per studiare interpretariato di conferenza presso l’Università degli studi internazionali di Roma. Due anni dopo, durante un viaggio, scopre l’Irlanda e il bello delle estati fresche, e se ne innamora.
Appena conseguita la laurea parte per Dublino, con l’idea di rimanerci tutta la vita. Era il 28 ottobre 2008; tre giorni dopo, l’Irlanda annuncia la recessione. Ma Donatella non cambia idea: trova una casa, un lavoro e inizia la sua avventura tra cash&carry, ristoranti cinesi e l’attività di interprete e traduttrice freelance che la porta anche sei mesi all’European Parliament.
Ma la vera svolta arriva con i ruoli tech: un anno in PayPal e dieci in LinkedIn, prima nel Customer Care e poi alla guida di un team internazionale di Customer Success Manager a servizio delle maggiori aziende italiane e EMEA.
Nel frattempo, Donatella si sposa. Lei e il marito vorrebbero costruire una famiglia ma i figli non arrivano e, dopo un ciclo di FIV nel 2018, decidono di intraprendere il percorso di adozione in Irlanda. Ottengono l’OK per iniziare le pratiche a fine 2019, ma il Covid è dietro l’angolo e la pandemia ferma tutto. Perlomeno in Irlanda: in Italia, seppur a rilento, le adozioni procedono. Donatella e suo marito si guardano negli occhi, fanno due conti e in 24 ore si mettono a organizzare un trasloco internazionale e a cercare lavoro.
Mentre il marito rientra inizialmente con la sua azienda, come consulente autonomo, Donatella trovo un lavoro da remoto in una startup tech. Si trasferiscono a Milano, dove ritrovano alcuni amici e una parte della famiglia, anche per seguire al meglio le pratiche di adozione.
Un anno dopo, Donatella lascia il mondo tech e diventa un’insegnante di lingue – esperienza che descriverà come una delle più formative della sua vita. Ma è un abbandono temporaneo: due anni fa, nel 2023, Donatella entra in Remote, in un ruolo manageriale e con orari flessibili che le permette di poter gestire la loro nuova vita a tre, che oggi include anche il figlio Davide Leonardo.
Abbiamo chiesto a Donatella com’è stato il suo trasferimento in Italia.
Ci dici una cosa che ti ha sorpreso in positivo?
La prima cosa su tutte è il sapore della frutta, l’avevo dimenticato!
Scherzi a parte, mi ha stupito la Pubblica Amministrazione: il percorso di adozione è stato velocissimo, in 18 mesi siamo passati dal dare la nostra disponibilità per l’adozione al conoscere nostro figlio, che all’epoca aveva poco più di un mese.
C’è qualcosa che ti manca dall’estero?
Mi manca la cultura del lavoro anglosassone: anche se imperfetta, è più focalizzata sull’impatto del tuo lavoro invece che suli orari. Mi mancano anche i rapporti umani che crei con chi ha vissuto esperienze simili e capisce cosa vuol dire sentirsi in una terra di mezzo quando si pensa a dov’è casa.
Una cosa che hai imparato o un suggerimento che daresti?
Ho imparato che andare fuori mi ha fatto bene sia come persona che come professionista. E’ per questo che consiglio sempre di partire e, se lo si desidera, di tornare in Italia: le conoscenze nuove contribuiranno ad arricchire il nostro paese e la nostra società.
Un suggerimento per chi vuole tornare in Italia? Affacciatevi al mondo del lavoro da remoto: è un modello interessante e in molti casi vincente per chi desidera continuare a lavorare in un ambiente internazionale restando in Italia.
Grazie Donatella per esserti raccontata a Pietro!