E sono 20! 🎊🚀
Le storie di italiani di rientro che ti abbiamo raccontato.
Cosa abbiamo imparato?
Difficile dirlo, perché ogni storia è unica. Ma una cosa è certa: tornare in Italia è possibile.
È un bel cambiamento, senza dubbio.
C’è sempre qualcosa da guadagnare e qualcosa da lasciarsi indietro.
E come ci ricorda Filippo Burello, dopo 10 anni in nord-Europa, una giornata di sole in inverno ha un sapore diverso ☀️.
🎙️Episodio #20 di ‘Storie di italiani che tornano a casa
Dopo la laurea all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Filippo inizia la sua carriera in Italia lavorando per aziende del settore travel-tech tra cui lastminute.com ed Expedia Group. Decide poi di spostarsi in Irlanda 🇮🇪, dove entra in Google, occupandosi di partnership per prodotti pubblicitari come lo YouTube partner program, AdSense e AdExchange.
Dopo una parentesi di due anni in Repubblica Ceca 🇨🇿, Filippo si sposta a Berlino 🇩🇪, dove continua il suo percorso in ambito commerciale lavorando in aziende travel-tech e fintech. Nell’ultima esperienza a Berlino, mentre lavora come expansion manager per Schibsted, gli viene proposto di tornare a Milano 🇮🇹 per occuparsi del lancio e della gestione dell’azienda in Italia. Dopo 2 anni si sposta infine in TF Bank, come expansion business manager.
Abbiamo chiesto a Filippo com’è stato il suo trasferimento in Italia:
❤️ Dicci una cosa che ti ha sorpreso in positivo (in relazione al rientro in Italia)?
Non proprio sorpreso – sono cose di cui noi italiani ci accorgiamo solo andando all’estero – ma rientrando a Milano (città considerata grigia) mi sono ricordato piacevolmente di come possano esserci giornate di sole durante l’inverno. Quando vivevo a Berlino l’estate finiva il 15 Agosto, c’era un mese di autunno e poi da Ottobre a Maggio addio sole. Questo ha un grosso impatto sullo stato d’animo delle persone, sfociando anche in assunzione di sostanze o medicinali. Questo aspetto di socialità è sicuramente migliore in Italia. Un altro paio di menzioni vanno sicuramente alle montagne e, sì, anche al bidet! 😉
🌍 C’è qualcosa che ti manca dall’estero? Molte cose, a partire dall’internazionalità dei contesti e dalla curiosità di conoscere nuove culture e modi di fare, senza giudicare. A Berlino avevo amici argentini, russi, pakistani, indiani…anche europei, ma non si notava davvero alcuna differenza. Era normale chiedersi “mangiamo Turco? Giapponese? Vietnamita?”. E poi c’è l’ambizione: all’estero senti davvero di poter cambiare le cose. Infine, mi mancano la sicurezza e le maggiori opportunità lavorative, il verde (Berlino è la capitale più verde d’Europa) e le piste ciclabili – in Italia andare in bici in città è più complicato, se non pericoloso 🙁.
💡Una cosa che hai imparato o un suggerimento che daresti (in relazione al rientro in Italia)? Un suggerimento che darei a chi sta pensando di tornare in Italia è di rifletterci molto bene. Non bisogna farsi trasportare dai sentimenti e dalle emozioni, in Italia la situazione rimane dura dal punto di vista lavorativo ed economicamente stagnante. Il mio consiglio è quello di cercare di tornare in Italia lavorando per un’azienda straniera – considerando molto bene quanto questa sistemazione possa essere a lungo termine. Io sono tornato in Italia lavorando per una società svedese che dopo 6 mesi ha deciso di chiudere l’ufficio italiano. Difatti – e lo sapevo molto bene – se si perde lavoro in Italia non è così facile trovarne un altro (nel proprio campo, con uno stipendio adeguato, etc.) come può esserlo invece a Berlino, Londra, Amsterdam.