Il blog del rientro
Raccogliamo i vostri dubbi e domande e li trasformiamo in articoli per il nostro blog
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- Storie di italiani che tornano a casa

Partire per inseguire un sogno e dare una svolta alla propria carriera. Tornare, anche per...

Partire, sperimentare, arricchirsi. E, dopo tanti anni, sentire il desiderio fortissimo di applicare le competenze...

Scopri Agile Nomads, l'iniziativa di Agile Lab che unisce lavoro da remoto e connessione umana....

“Sapevo di voler vivere in Italia, ma sapevo altrettanto precisamente di non voler lavorare in...

Agevolazioni fiscali, small talk e rituali quotidiani, e la scoperta che la dimensione di quartiere,...

Acquisire competenze all’estero può essere la strada giusta da percorrere per portare valore in Italia,...

La bellezza è un tema ricorrente nelle storie di rientro. Anche per Federica La Russa,...

“Per mesi mi è sembrato di essere in vacanza, anche se lavoravo tantissimo.” È così...

10 anni a Londra, dove è diventata leader nell’ambito Product & Growth per il mondo...

Lasciare il Canada 🇨🇦 per avvicinarsi a casa. Non è una scelta semplice, soprattutto se...

Un sorriso al supermercato, una chiacchiera con il vicino.. Può sembrare banale, ma dopo otto...

Tre mesi a Miami. Che diventano sei anni di vita negli Stati Uniti. La storia...

Radici italo-svedesi. Esperienze in Cina, Australia, Portogallo.. La vita di Sebastian Cardassi Zetterquist è un...

Lasciare Miami ✈️ per tornare a Milano 🇮🇹. Tu lo faresti? Lui si. Perché andarsene...

Hallo Leute! Wie geht’s euch? It’s been a little while since we shared our last...
Ti abbiamo confuso? 🙈

Storie di italiani che tornano a casa – Mimmo Santonicola
Partire per inseguire un sogno e dare una svolta alla propria carriera. Tornare, anche per consolidare una scelta di famiglia e di vita. La storia di Mimmo, che dalla Sicilia arriva fino a Dublino e poi a Madrid, è una storia di partenze e rientri che sembrano semplici, quasi naturali, ma che in realtà hanno dietro una forte ambizione e una chiarezza di intenti non scontata. E la certezza che in ogni stagione della vita è possibile trovare il proprio posto nel mondo. 🎙️Episodio #35 di ‘Storie di italiani che tornano a casa Cresciuto tra la provincia di Salerno e quella di Messina, Mimmo Santonicola si laurea in Economia Aziendale all’Università degli Studi di Salerno. La sua “prima carriera” lavorativa la costruisce nel mondo dei giocattoli, quando dopo una internship in Clementoni, entra stabilmente in azienda. Ma Mimmo sogna le big tech, ed è proprio inseguendo questo sogno che approda all’estero. 🚀 E lo fa per ben due volte. La prima in Irlanda ☘️ nel 2015, dove inizia la sua “seconda carriera” dando una svolta al suo percorso professionale e riuscendo a entrare nel mondo tech. Lavora nella divisione vendite Global Account dell’headquarter europeo di LinkedIn, a Dublino, per poi rientrare dopo qualche anno anni nella sede di Milano come primo dipendente di una neonata business unit per scalare un prodotto all’epoca nuovo sul mercato italiano. Ma Mimmo non si ferma e decide di cogliere un’altra opportunità lavorativa all’estero, che questa volta lo porta in Spagna, e più precisamente a Madrid 💃 da sempre la sua città preferita. Lì, oltre a consolidare ulteriormente la sua esperienza professionale come Regional VP Sales in iCIMS, incontra una ragazza. Si sposano, e insieme decidono di tornare in Italia. Oggi Mimmo lavora a Milano per EQS Group come Country Manager Spain and Italy. Gli abbiamo chiesto com’è stato il suo rientro – anzi, i suoi rientri! ❤️ Ci dici una cosa che ti ha sorpreso in positivo? E’ la seconda volta che rientro in Italia – quest’ultima dopo tre anni in Spagna, mentre la prima dopo quattro anni in Irlanda. La prima volta scappavo da un clima davvero difficile come quello irlandese e pensavo per lo più a me stesso; questa volta, invece, la decisione deriva anche da scelte familiari. A Madrid infatti ho conosciuto mia moglie, e per far crescere nostra figlia non abbiamo avuto dubbi sul tornare in Italia. Devo dire che una cosa mi ha sorpreso, e non è una battuta: la burocrazia. In Italia si va semplificando molto in senso digitale e che tanti passaggi burocratici legati al rientro sono stati più facili rispetto all’altra volta. O magari avevo i muscoli allenati perché questo è stato il mio secondo rientro 😊 🌎 C’è qualcosa che ti manca dell’estero? No. In primis, perché viaggio ancora molto per lavoro. Torno spesso in Spagna, in quanto lavoro sia sul mercato italiano che su quello spagnolo. 💡 Un consiglio che daresti a chi sta valutando se tornare? Direi mettere sulla bilancia sia l’aspetto economico sia quello legato allo stile di vita. Spesso si tende a valutare troppo o l’uno, o l’altro. Inoltre io sono per natura ottimista e credo davvero che in Italia le opportunità ci siano – comunque sicuramente molto più di solo qualche anno fa. La prima volta che sono andato all’estero per entrare in una Tech, era praticamente impossibile fare quel lavoro in Italia. Oggi già non è più cosi e si può avere una carriera di quel tipo senza dover espatriare. Grazie Mimmo per esserti raccontato a Pietro!

Storie di italiani che tornano a casa – Carolina Magro
Partire, sperimentare, arricchirsi. E, dopo tanti anni, sentire il desiderio fortissimo di applicare le competenze e la visione internazionale acquisite in UK nel suo paese d’origine. La storia di Carolina Magro parla di studio e di impegno, di voglia di fare give back e della ricerca di un migliore work-life balance. 🎙️Episodio #34 di ‘Storie di italiani che tornano a casa L’avventura all’estero di Carolina Magro inizia nel 2011, quando la sete di esplorazione e il desiderio di confrontarsi con una realtà decisamente più ampia e dinamica della sua, allora percepita come più piccola e provinciale, la spingono a trasferirsi a Londra. Vive così per quasi 12 anni nella capitale britannica. Un periodo intensissimo e formativo, durante il quale consegue il Master in Design for Visual Communication presso la London College of Communication (LCC), una rinomata facoltà all’interno della prestigiosa University of the Arts London, segna il suo ingresso e la sua crescita nel mondo del design e della grafica. A Londra ha l’opportunità di misurarsi con professionisti di altissimo livello e di lavorare per una vasta gamma di studi di brand design, seguendo clienti di grande rilievo e notorietà internazionale e acquisendo in tempi rapidissimi un set di competenze strategiche e creative nel campo del branding e della comunicazione visiva. Dopo tanti anni, Carolina inizia a sentire il desiderio di voler contribuire attivamente al panorama creativo italiano grazie al bagaglio di esperienze e metodologie maturate in un contesto globale. Insieme all’esigenza di tornare a vivere vicino alla famiglia e in un contesto che possa offrire una migliore qualità della vita. Nel 2023, gli astri si allineano e torna in Italia. ✨ Oggi vive a Milano dove ricopre il ruolo di Design Director in Landor, continuando a mettere a frutto la passione per il design e l’expertise nel branding maturate in UK. Abbiamo chiesto a Carolina com’è stato il suo rientro. ❤️ Ci dici una cosa che ti ha sorpreso in positivo? Rispetto a 15 anni fa, in Italia c’è un’aria nuova, una mentalità più proattiva che si sta diffondendo, e questo è particolarmente visibile negli ambiti del design e dell’arte, che sono per me centrali. È stato incoraggiante vedere questo desiderio di progredire e sperimentare, e mi fa ben sperare per il futuro. 🌎 C’è qualcosa che ti manca dell’estero? In ambito lavorativo: la promozione della gentilezza e del rispetto a tutti i livelli gerarchici (dallo stagista alla dirigenza), riconosciuta come un valore fondamentale. Più in generale, la mentalità aperta e accogliente, dove anche le generazioni più anziane dimostrano una notevole disponibilità al confronto e all’innovazione. 💡 Un consiglio che daresti a chi sta valutando se tornare? Non abbiate paura di tornare, se questo è ciò che volete. Diventate voi stessi il motore del cambiamento che auspicate per il nostro paese. 🆘 Hai incontrato una difficoltà inaspettata nel rientro? Come l’hai affrontata? Sì, ho incontrato alcune difficoltà inaspettate al rientro. La principale è stata legata alla sfera sociale: non essendo tornata nel mio paese natale, ho trovato più complesso stringere nuove relazioni di amicizia. Parallelamente, ho dovuto affrontare la sfida di comprendere a fondo le dinamiche del mercato del lavoro locale e di costruire un nuovo network professionale. Infine, anche il mercato immobiliare ha rappresentato una difficoltà non trascurabile, con la ricerca di una sistemazione adeguata che ha richiesto un notevole impegno. 🤝 Che tipo di supporto avresti voluto trovare al tuo rientro? Avrei desiderato trovare un supporto più strutturato, in grado di alleggerire il carico di alcune incombenze pratiche. In particolare, una figura di riferimento che mi guidasse attraverso il labirinto della burocrazia legata al trasferimento in un nuovo contesto, occupandosi magari della compilazione di moduli e documenti. Allo stesso modo, un aiuto concreto nella sistemazione fisica, come la ricerca di una casa o di un alloggio temporaneo, avrebbe rappresentato un enorme sollievo e mi avrebbe permesso di concentrarmi più rapidamente su altri aspetti del rientro. Grazie Carolina per esserti raccontata a Pietro!

Agile Nomads: quando il lavoro da remoto incontra la connessione umana
Scopri Agile Nomads, l’iniziativa di Agile Lab che unisce lavoro da remoto e connessione umana. Un benefit che cambia il modo di lavorare, insieme.

Storie di italiani che tornano a casa – Davide Magno
“Sapevo di voler vivere in Italia, ma sapevo altrettanto precisamente di non voler lavorare in Italia.” La frase di Davide Magno, che dopo +10 anni in Irlanda sceglie di tornare in Italia per realizzare un progetto personale e intimo, può sembrare un controsenso paradossale. In realtà è la molla che gli permette di esplorare nuove strade e trovarsi, oggi, a vivere la vita che desiderava e un lavoro forse non osava sognare. 🎙️Episodio #33 di ‘Storie di italiani che tornano a casa Nell’Ottobre 2020, Davide e sua moglie decidono di rientrare in Italia dopo 12 anni in Irlanda, principalmente per portare avanti il progetto di allargamento della famiglia tramite adozione. Ma l’ottimismo della volontà si scontra immediatamente con il pessimismo del dover cambiare lavoro nel bel mezzo della pandemia, anche perché la società per cui Davide lavora come Financial Risk Manager gli nega la possibilità di continuare da remoto il lavoro che svolge da quasi otto anni. Davide però coglie l’occasione per provare a spostarsi dall’ambito assicurativo, settore in cui lavora da circa quindici anni, a quello della data science che lo affascina moltissimo. Si licenzia, rientra in Italia nella primavera del 2021 e da subito si mette sul mercato come remote freelance, aperto a progetti su tutto il territorio Europeo. ”Avete presente quei performers che, a cavallo di una motocicletta, bendati, saltano in mezzo a un cerchio infuocato facendo un salto mortale e atterrano illesi sulla pedana posta dall’altra parte? Ecco, a me è andata così.” Da allora Davide è riuscito a lavorare ininterrottamente a una serie di progetti super interessanti, che lo hanno impegnato tanto ma che gli hanno lasciato la flessibilità di cui aveva bisogno. Per gestire il processo di adozione e, successivamente, per godersi le giornate con suo figlio, conosciuto finalmente nel 2023. L’ultimo dei progetti su cui sta lavorando riguarda la digitalizzazione dei processi operativi per l’EMA (European Medicines Agency), come Data Scientist and Engineer. Il Davide che a Dicembre 2020 diede le dimissioni, lo considererebbe “il lavoro dei sogni”. ❤️ Pensando al tuo rientro in Italia, ci dici una cosa che ti ha sorpreso in positivo? La burocrazia funziona molto meglio di quanto si creda. L’esperienza dell’adozione mi ha fatto venire in contatto con assistenti sociali, psicologi, volontari che lavorano nel pubblico e che si meriterebbero uno stipendio almeno pari a quelli che hanno i lavoratori del privato, oltre che una considerazione pubblica molto maggiore (specialmente considerate le poche risorse messe loro a disposizione). 🌎 C’è qualcosa che ti manca dell’estero? La sensazione di essere giovane. Tornare a casa è un po’ girare una pagina, e chiudere il capitolo che per molti di noi ha segnato la prima parte della nostra vita di adulti. Ah, e la Guinness! 💡 Una cosa che hai imparato tornando e un suggerimento che daresti a chi vuole rientrare? Non provate a scegliere il momento migliore, le condizioni ottimali, il compromesso perfetto. Se sentite di volerlo fare, buttate il cuore oltre l’ostacolo e fatelo. E se ce lo dice Davide, possiamo crederci! Grazie per esserti raccontato a Pietro! 🚀

Storie di italiani che tornano a casa – Giulia Ferrero
Agevolazioni fiscali, small talk e rituali quotidiani, e la scoperta che la dimensione di quartiere, in fondo, può essere molto piacevole. Il rientro di Giulia Ferrero, quasi 10 anni fuori fra Olanda e Italia, si potrebbe riassumere così.Ma nella sua storia c’è molto di più: la voglia di imparare, crescere professionalmente e trovare nuovi posti da chiamare casa. Con uno sguardo apparentemente leggero, che fa sembrare tutto possibile e alla mano. 🎙️Episodio #31 di ‘Storie di italiani che tornano a casa Nel 2011, ad un paio di esami dalla conclusione del suo percorso universitario in Economia presso l’Università di Torino, Giulia decide di cogliere l’opportunità di uno stage in Olanda e si trasferisce ad Amsterdam. Non le sembra vero di poter lavorare per un brand che la appassiona da sempre: Nike. Lo stage si trasforma in un lavoro, Amsterdam diventa casa e passano 8 anni in cui Giulia amplia le sue skill in ambito Talent Acquisition – prima in Nike, poi in Booking.com A metà 2018 le si presenta la possibilità di trasferirsi in una città che sogna da sempre, Londra, per scalare in Europa WeWork. Un “salto nel vuoto” che Giulia decide di accettare per sperimentare come si vive in una metropoli e con la speranza di sviluppare un “posh” British accent (spoiler: purtroppo non ce la farà mai 😅). Nel 2020, in una intersezione di Covid e Brexit, decide di rientrare in Italia e “vedere come va”. E’ un tentativo, ma l’esito è felice: Giulia trova un’azienda che la assume come HR. Oggi è responsabile risorse umane presso Doctolib, azienda francese del settore health-tech che sta cercando di replicare il successo ottenuto oltralpe anche in Germania, Italia e presto in altri paesi europei. Abbiamo chiesto a Giulia com’è stato ritornare dopo quasi 10 anni fuori: 1. Pensando al tuo rientro in Italia, c’è qualcosa che ti ha sorpreso in positivo? A costo di apparire “venale” e considerando che sono rientrata nel 2020, il beneficio fiscale per i rimpatriati mi ha effettivamente permesso di mantenere lo stile di vita che avevo vivendo fuori. In termini non monetari, ho riscoperto il piacere delle “small talks” e dei rituali che, per mia esperienza, ci contraddistinguono un po’ come italiani: il caffè allo stesso bar la mattina, l’estetista di fiducia che sa tutto della tua vita sentimentale, il portiere del palazzo con cui commentare il tempo che fa. Ho imparato che essere un po’ abitudinaria non è necessariamente un difetto. E poi mi sono accorta con piacere che, anche in una città come Milano, la dimensione del quartiere esiste più che a Londra ed è combinata ad una socialità mediamente più spiccata rispetto, invece, al contesto olandese che ho sperimentato. 2. C’è qualcosa che ti manca dell’estero? Di Amsterdam, rispetto a Milano, mi manca la frugalità: se c’è il sole, si prende la poltrona del salotto, la si mette fuori dalla porta di casa e bastano due birre per passare una bella serata. Esiste anche una parola ,“gezellig”, che descrive il piacere della convivialità spicciola. La preferenza per il “basso profilo” è molto in linea con i miei valori e non nego che è stato causa di un po ‘ di disagio rientrando in Italia. Di Londra mi manca il sentirmi al centro del mondo: è davvero una città “diverse” – nel senso di varia e variegata – e che mi sento di definire veramente tollerante. Descriverei Londra (nella mia esperienza pre-Brexit) come una città che accoglie tutti e nessuno, democraticamente: per me è stato davvero complesso adattarmi ai ritmi e allo stile di vita da metropoli, ma non mi sono mai sentita “fuori posto” o giudicata. 3. Pensa alla tua esperienza all’estero e al tuo ritorno e condividi una cosa che hai imparato. Oppure pensa un consiglio o un suggerimento che daresti a chi vuole partire, o a chi vuole tornare (a tua scelta). Credo che il più grande insegnamento che ho tratto dalla mia esperienza personale e professionale all’estero è che per ogni problema esiste una soluzione e che lamentarsi oltre ad una certa misura consuma energie senza portare valore. Anche nella mia veste di professionista HR, il problem solving rimane per me la competenza più preziosa e utile. Pensate a quei colleghi/amici da cui sapete che riceverete un aiuto o almeno un buon suggerimento per risolvere un tema che vi affligge! Per me, decidere a 23 anni di fare una esperienza all’estero è stato essenziale per mettermi a confronto con i miei limiti, guadagnare indipendenza, affrancarmi da un contesto comodo ma “stretto” rispetto a quello che potevo intravedere fuori. Ma decidere di tornare è stato altrettanto importante. Il mio consiglio è: non pensate che l’Italia oggi sia lo stesso Paese che era quando siete partiti. Sotto tanti aspetti le cose sono cambiate, ma soprattutto siete cambiati anche voi e il vostro sguardo sulle cose.

Storie di italiani che tornano a casa – Valerio Scartezzini
Acquisire competenze all’estero può essere la strada giusta da percorrere per portare valore in Italia, forse proprio nella tua città di origine. E’ quello che è successo a Valerio Scartezzini che, fin dall’Università, ha scelto di andarsi a prendere le skill che gli servivano per specializzarsi sulle tematiche che gli stavano più a cuore. E che, grazie a queste, oggi aiuta le aziende a intraprendere percorsi di cambiamento – direttamente dalla sua Trento. 🎙️Episodio #31 di ‘Storie di italiani che tornano a casa Valerio si laurea in Politics & Economics presso l’Università degli Studi di Milano e consegue la laurea magistrale con lode in International Security presso l’Università Carlo V di Praga. Ottiene poi una borsa di studio Erasmus presso la Scuola di Affari Internazionali di Sciences Po a Parigi, e si ferma nella Ville Lumière per sviluppare la sua carriera come consulente di sostenibilità per imprese multinazionali. Dopo alcuni anni e forte dell’esperienza acquisita in creare strategie CSR e net zero, Valerio torna in Italia. Qui lavora in Etifor (spinoff dell’Università di Padova) accompagnando aziende di ogni tipo che devono affrontare le sfide della transizione ecologica e aggiungendo ulteriori competenze negli ambiti biodiversità e foreste fra le sue skill. Dopo 10 anni di esperienze tra Italia e Estero, Valerio riesce finalmente a coronare il sogno di tornare nella sua amata Trento, entrando in IDM, società di consulenza di Bolzano che si occupa dello sviluppo economico sostenibile del Südtirol con il fine di renderlo l’habitat sostenibile più apprezzato d’Europa. Abbiamo chiesto a Valerio come è stato ritornare a casa: ❤️ Pensando al tuo rientro in Italia, c’è qualcosa che ti ha sorpreso in positivo? Le persone e la voglia di fare impresa! Nonostante tutti i vincoli e i suoi limiti, l’Italia fa, compete, crea valore, innova. Lo fa grazie ai suoi giovani talenti, che non smettono mai di sognare, di scherzare e di vivere. C’è un’energia che non ti aspetti, una vitalità che ti spinge a rimboccarti le maniche. 🌍 C’è qualcosa che ti manca dell’estero? Mi manca solo quel feeling di essere “cool” perché sei all’estero: la sensazione di far parte di qualcosa di più grande, di essere in una grossa capitale europea che è il place to be. Ma poi ti chiedi: è davvero così? All’estero spesso sei un numero in mezzo a milioni di persone. Quel “place to be” è un continuo scorrere di eventi che difficilmente riesci ad afferrare e rendere tuoi. Oggi in reltà preferisco una dimensione più piccola, di comunità. 💡 Una cosa che hai imparato o un suggerimento che daresti? Fatevi le domande giuste. Zoom out, chiedetevi se siete veramente felici, se questa vita è ciò che veramente sognavate per voi, se è ciò che veramente volete. Non abbiate paura di cambiare rotta se serve.